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      Com'era pacifico con sé e cogli altri Colui che dobbiamo tutti imitare! Non v'è grandezza d'animo, non v'è giustizia senza idee moderate, senza uno spirito tendente più a sorridere che ad adirarsi degli avvenimenti di questa breve vita. L'ira non ha qualche valore se non nel caso rarissimo che sia presumibile d'umiliare con essa un malvagio e di ritrarlo dall'iniquità.
      Forse si dànno smanie di natura diversa da quelle ch'io conosco, e meno condannevoli. Ma quella che m'aveva fin allora fatto suo schiavo, non era una smania di pura afflizione: vi si mescolava sempre molto odio, molto prurito di maledire, di dipingermi la società o questi o quegli individui coi colori più esecrabili. Malattia epidemica nel mondo! L'uomo si reputa migliore, abborrendo gli altri. Pare che tutti gli amici si dicano all'orecchio: "Amiamoci solamente fra noi; gridando che tutti sono ciurmaglia, sembrerà che siamo semidei".
      Curioso fatto, che il vivere arrabbiato piaccia tanto! Vi si pone una specie d'eroismo. Se l'oggetto contro cui ieri si fremeva è morto, se ne cerca subito un altro. "Di chi mi lamenterò oggi? chi odierò? sarebbe mai quello il mostro?... Oh gioia! l'ho trovato. Venite, amici, laceriamolo!"
      Così va il mondo: e, senza lacerarlo, posso ben dire che va male.
     
      CAPO XVIII
     
      Non v'era molta malignità nel lamentarmi dell'orridezza della stanza ove m'aveano posto. Per buona ventura, restò vota una migliore, e mi si fece l'amabile sorpresa di darmela.
      Non avrei io dovuto esser contentissimo a tale annunzio?


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Le mie prigioni
di Silvio Pellico
pagine 201

   





Colui