Pagina (34/201)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La moglie del custode, chi sa perché? l'afferrò pel collare e lo cacciò in casa. Mi spiacque di non poterlo abbracciare, ma i saltetti ch'ei fece per correre a me mi commossero deliziosamente. È cosa sì dolce l'essere amato!
      Era giornata di grandi avventure. Due passi più in là, mossi vicino alla finestra della stanza già mia, e nella quale ora stava Gioia. "Buon giorno, Melchiorre!" gli dissi passando. Alzò il capo, e balzando verso me, gridò: "Buon giorno, Silvio!"
      Ahi! non mi fu dato di fermarmi un istante. Voltai sotto il portone, salii una scaletta, e venni posto in una cameruccia pulita, al di sopra di quella di Gioia.
      Fatto portare il letto, e lasciato solo dai secondini, mio primo affare fu di visitare i muri. V'erano alcune memorie scritte, quali con matita, quali con carbone, quali con punta incisiva. Trovai graziose due strofe francesi, che or m'incresce di non avere imparate a memoria. Erano firmate Le duc de Normandie. Presi a cantarle, adattandovi alla meglio l'aria della mia povera Maddalena: ma ecco una voce vicinissima che le ricanta con altr'aria. Com'ebbe finito, gli gridai: "Bravo!". Ed egli mi salutò gentilmente, chiedendomi s'io era Francese.
      No; sono Italiano, e mi chiamo Silvio Pellico.
      L'autore della Francesca da Rimini?
      Appunto.
      E qui un gentile complimento, e le naturali condoglianze sentendo ch'io fossi in carcere.
      Mi dimandò di qual parte d'Italia fossi nativo.
      Di Piemonte,
      dissi "sono Saluzzese."
      E qui nuovo gentile complimento sul carattere e sull'ingegno de' Piemontesi, e particolare menzione de' valentuomini Saluzzesi, e in ispecie di Bodoni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le mie prigioni
di Silvio Pellico
pagine 201

   





Gioia Melchiorre Silvio Gioia Normandie Maddalena Francese Italiano Silvio Pellico Francesca Rimini Italia Piemonte Saluzzese Piemontesi Saluzzesi Bodoni