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      Ma sfogar pur sospiro i lutti miei,
      E tu, Signor, mio confidente sei!
     
      Fa ch'io ti senta sempre a me vicino:
      Troppo la solitudin m'addolora!
      Posar vo' il cor sovra il tuo cor divinoVoglio dirti i miei sensi a ciascun'ora!
      Traggimi in qual pur sia fiero cammino,
      Purchè teco io respiri, e teco io mora:
      Tutti i dolori a te d'accanto accetto,
      Di viverti discaro io sol rigetto.
     
      Per aver l'amor tuo che far degg'io?
      Pregar soltanto? Ah no, il pregar non basta!
      Debbo immagine in terra esser di Dio,
      Debbo luttar contro a natura guasta,
      Debbo aver di giustizia alto desìo,
      Debbo non abborrir chi mi contrasta,
      Debbo amar tutti, anco i più rei nemici,
      Ed, ove il possa, oprar che sien felici.
     
      Donami quell'amor, ma il dona insiemeA chi meco vïaggia sulla terra:
      Fra gl'inamanti cuori il cuor mio gemeE impicciolisce, e sua virtù s'atterra;
      Fra i malignanti cuori il cuor mio freme,
      E orgoglio oppone a orgoglio, e guerra a guerraFra gli odii altrui l'anima mia è infeconda;
      D'alti esempi d'amor, deh, la circonda!
     
      Con te, Signor, con te stringo alleanza:
      Perdonerò a' mortali, a me perdona;
      Amerò tutti, perchè han tua sembianza,
      Perch'io son tua fattura, amor mi dona;
      Amerò tutti, ma con più esultanzaChi fra le braccia tue più s'abbandona;
      Amerò tutti, ma con più fervoreChi più simile al tuo mi mostra il core!
     
      Amar vogl'io, di quell'amor che avvampaIn te, e ne' tuoi più nobili viventi,
      Di quell'amor che da' rei lacci scampa,
      Di quell'amor che regge infra i tormenti,
      Di quell'amor che all'universo è lampaNella chiesa infallibil de' redenti,


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Dio