Pagina (23/291)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Colà pregando e meditando io piansiLe natìe abbandonate Itale sponde,
      E il focolar lontano, ove la madreEd il padre e i fratelli erano assisi,
      E piansi in un mie tenebre, miei dubbi,
      Mie passïoni, ed il perduto Iddio!
      Perduto, no, per me non era! e il lumeDi lui mi sfolgorava alcune volte
      Sì che sparìan le tenebre, e di novoIo mandava dal core inni di gioia.
      Ma tempi erano quei di non veraceFilosofia, sulle rovine sorta
      Di molti altari, e sovra molto sangue;
      E la Gallica terra, infra sue pesti,
      Di sacerdoti rinnegati avanzoChiudea velenosissimo; e i più feri,
      Più studïosi e scaltri eran nemiciDe' sacri templi, rïaperti allora,
      E dal Corso magnanimo scettratoArditamente in onoranza posti.
      Un di que' Giudi inverecondi a' passiMiei s'attaccò: l'ornavan lusinghieri
      Eletti modi, e pronto ingegno, e il focoDe' sottili motteggi scoppiettanti,
      E facile parola, e d'infinitiLibri conoscimento, e quell'audace
      Sentenzïar che sicuranza appare.
      Sommessa voce ripetea d'orecchioIn orecchio: "Ei fu monaco"! E la macchia
      Sciagurata d'apostata sembravaSedergli orrenda sulla calva fronte,
      E dir: "Nessun più sulla terra l'ami!"
      E nessun più l'amava, e nondimenoAscondean tutti l'intimo ribrezzo,
      E cortesi accoglieanlo, e davan plausoAlla dolce arte della sua favella.
      Quella canizie al disonor devotaOrror metteami e in un pietà. Più giorni
      L'esecrai, l'osservai, gli porsi ascoltoCome a stupendo rettile, e gli chiusi
      I miei pensieri; indi scemò l'occultoRaccapriccio, e piegai più tollerante
      L'alma alle grazie di quel falso ingegno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Itale Iddio Gallica Corso Giudi