Pagina (37/291)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      D'amor favilla avea per Dio nodrita,
      Ma pur sovente dal demòn superboDelle dubbiezze invaso avea lo spirto.
      E certo le dubbiezze eran flagelloDa Dio permesso, perchè umìl non era
      Di quel giovin lo spirto, e si credeaD'altissima natura, atto all'acquisto
      D'ogni saper cui non s'aderge il volgo;
      E lungh'ore ogni dì sedea solingoFra libri ottimi e pessimi, e scrutava
      La verità - dimenticando spessoD'invocarla dal ciel. Ma in quel gran giorno
      Dell'adorabil pompa, in quel momentoChe a mille a mille si prostràr gli astanti,
      Ed anch'egli prostrassi; il giovin, pienoPoco prima di tenebre, una luce
      Vide novella, e umilïò l'alteroIntelletto con gioia, e senza orgoglio
      Fu per più giorni e immacolato e forte.
      E quando quell'audace irrequïetoTornava a' suoi deliri, investigando
      Con indagin profana alti misteri,
      Scontento si sentiva e sen dolea;
      Ed in sè di quel giorno Lugdunense
      La ricordanza ridestava, in cuiS'era con fede innanzi a Dio gettato;
      E tale avventurosa ricordanzaLui consolava, e gli rendea sovente,
      Od accresceagli della fede il raggio!
     
      V'amo, o Processïoni! e v'amo tutte,
      Pubbliche preci dalla Chiesa alzateAd inforzarci in perigliose lutte!
     
      Io son quell'un, che da dubbiezze ingrateAfflitto in gioventù, pur vi cercai,
      Ed hovvi schiettamente indi onorate.
     
      E non sol nelle feste, ove, i suoi raiNascondendo, intervien l'Ostia divina,
      D'indicibil dolcezza io m'esaltai;
     
      Ch'ovunque l'uom pregando pellegrinaAffratellato al suo simìle e canta,
      Sento un poter che a Dio mi ravvicina.
     
      Quant'amo l'adunanza umile e santa


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Dio Dio Lugdunense Dio Processïoni Chiesa Ostia Dio