Pagina (99/291)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma investimmi Ei di grazia generosa:
      Pesante croce! ma in serrarla al coreSentii che al cor serrava il mio Signore!
     
     
      Sai tu perchè negli ultimi momentiIo, nel parlar delle mie nozze eterne,
      Volsi ancora su te sguardi ridenti,
      Come talun che liete cose scerne?
      Dalle lor salme l'anime innocentiDivelte son con voluttadi interne:
      Perde per esse il pungol suo più forteLa regnante sul mondo ira di morte.
     
      Già pria di separarmi dalla spogliaDotata fui di vista celestiale:
      Schiusa a me ravvisai l'eterea soglia,
      Vestita mi sentii d'angelich'ale:
      Tutto mi s'abbellì, fin la tua doglia,
      Cui di rado la terra ebbe l'eguale:
      Divina luce a me svelava il mertoDel materno dolore a Gesù offerto.
     
      E vidi allora, o madre mia, che il mondoDe' rammarichi nostri non è degno:
      Vidi che frode e malignar profondoHan tal perpetuo fra' viventi regno,
      Che spirto ivi non puote andar giocondo,
      Benchè di virtù segua il santo segno:
      Compiangendo chi resta in tanta guerra,
      Io mi strappai contenta dalla terra.
     
      E contenta vieppiù me ne strappai,
      Perchè i tuoi sensi mi fur noti appieno:
      Seppi che da tal madre io germogliai,
      In cui fortezza mai non verrà meno:
      Seppi che a dritto il caro padre amai,
      E ch'ambo in ciel ristringerovvi al seno;
      Seppi ch'io, precedendovi, ottenutoAvrei per voi d'eccelse grazie ajuto.
     
      Piangimi, o dolce genitrice: a Dio
      No, non è oltraggio il tuo materno pianto;
      Ma pensa che felice or qui son io,
      Che degli sposi mi toccò il più santo;
      Che siccome eri tu l'angiolo mio,
      Angiolo or son che aleggio a te d'accanto,
      E, qual tu provvedevi a' gaudii miei,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Gesù Dio