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      Dai lacci delle ignobili dottrine;
      Siate pensanti, ma non irti e strani,
      Non consiglier di scandali e rapine;
      Ponete mente che gl'ingegni saniInvocano edifizi e non ruine:
      Bando al Sofismo! egli è quel genio truce,
      Che al suo fango infernal l'alme conduce.
      È desso, è desso l'avversario antico,
      Che, d'angiol luminoso assunto il velo,
      Sempre de' vizi s'ostentò nemico,
      Vituperando umana razza e cielo;
      Ei trasse Giuda al maladetto fico;
      Esca egli fu del farisaico zelo;
      Ei repubbliche e regni urta, dissolve,
      Ed erge invece putridume e polve.
     
     
     
      IL COLERA IN PIEMONTE,
     
      Sursum corda!
      (Praef.)
     
      Eleviam fra le lagrime i cuori,
      Sosteniamo gli scossi intelletti!
      Siam colpiti, ma non maladetti,
      Man paterna è la man del Signor.
      Per provarci con prova più forte,
      Per destarci a più nobil costanza,
      Egli ha detto ad un angiol di morte:
      - Tue saette raddoppia su lor.
     
      Invisibil quell'angiolo armatoScorre l'aer, e su' lidi ove passa
      Pianti ed urli e cadaveri lassa,
      E prosegue il mortifero vol.
      Del disordin la turba seguaceCade prima nell'orrido scempio,
      Ma co' rei più d'un giusto soggiace,
      Sì ch'avvolta è la patria nel duol.
     
      Se non che negli estremi perigliSi rinforzan gli spirti più degni:
      La sventura, spavento de' regni,
      Pur de' regni salute esser può.
      Lor salute esser può se di Dio
      Meglio i cenni seguire han prefisso,
      Se rivolgon ogni opra e desìoAlla meta per cui li creò.
     
      Debit'è che luttiamo incessantiDella patria a impedir maggior danno,
      Che tentiam con magnanimo affannoDa sterminio i fratelli strappar;
      Che accorriamo a' languenti, a' morenti,


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Sofismo Giuda Praef Dio