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      Brillasse d'una femmina il sorriso!
     
      Il sorriso di madre a pietà avvezza,
      Ed al desìo che in virtù crescan lietiQuei cari figli ch'ella tanto apprezza.
     
      Non badar, no, se troppo a' consüetiSentier d'infedeltà raddotto m'hanno
      Miei giovenili affetti irrequïeti,
     
      Più fermo or t'amerò, più non trarrannoLunge i miei passi da tua dolce via:
      Fuor d'essa tutto vidi essere inganno.
     
      Degna di te non è l'anima mia,
      Ma pensa ch'opra è pur del Benedetto
      Che da te nacque, e che per me patìa.
     
      Riconduci quest'alma al tuo Diletto;
      Digli che sempre in esso e in te sperava.
      Digli che tu di confidar m'hai detto!
     
      Digli che il danno mio t'addolorava,
      Digli che l'amor tuo salvo mi vuole,
      Digli che a te dal Golgota ei mi dava!
     
      Tai dalla madre udendo alte paroleArriderà, siccome ai sapïenti
      Tuoi desiderii tutti arrider suole.
     
      Se gli spiacquero in me cuore ed accenti,
      Cuore ed accenti mi darà novelli,
      Sì che più caro a dritto, io gli diventi.
     
      Santificata l'arpa mia più belli,
      Più fervid'inni eleverà, dicendoCome gli afflitti dal periglio svelli.
     
      E forse allor più d'un che va fuggendoSdegnosamente la tua pia chiamata,
      Te d'illusi ignoranti idol credendo,
     
      Fermerà il passo perch'io t'ho cantata,
      E ridirà: - Ma chi è mai costei,
      Che pur da quell'altero è commendata?
     
      Alzando gli occhi imparerà chi sei;
      Stupirà, t'amerà, nobil rossoreAvrà, qual ebbi degl'indugi rei.
     
      Ma, deh! ti mostra madre al peccatorePur se debole ei resta, e se talvolta
      Inchinato a viltà gli scerni il core.
     
      Poca mia possa, ma tua possa è molta;
      Per balze, per fiumane or tremo, or cado,


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





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