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      Il padre mio si serbi! il padre vinca!
      Il padre atterri i suoi nemici, i miei!
      Guelfa, guelfa son io! Mendace č il gridoChe di virtų civile ai ghibellini
      Or dona palma. I nostri petti infiammaVero di patria amor: calunnïato
      Č Manfredo da voi; calunnïato
      Č il padre mio, di giuste opre seguace;
      Ma vinti siamo, e il mondo vil ne impreca!
      Cosė l'immenso affanno isconsolataIva Maria sfogando; e avvicendava
      Accenti d'ira e di pietā, e d'umėleFervida prece. E promettea al Signore,
      Se dagli eccidii salvo andasse il padre,
      Essa tutrice farsi ad orfanelli,
      A vedove, ad infermi, a pellegrini,
      E tutti gli anni un dono offrire elettoSė di Riffredo al monister famoso,
      Sė ad altri santi d'innocenza asėli.
      Ella avrebbe voluto alle promesseChe le dettava il core, aggiunger quella
      Di cingere in Riffredo il santo velo,
      Ma la meschina non potea, pensandoAl solitario padre orbo di figli!
      Ed, ahi, forse non conscia ella a sč stessa,
      Anco pensava mal suo grado ognoraA colui, che ne' scorsi anni felici
      Erale stato cosė caro!
      Oh comeLa infelice Maria sta dalla torre
      Investigando ogni lontano motoD'armi o di passeggieri, ed in lei cresce
      Indicibil timor ch'ella securoPresentimento d'alto lutto estima!
      Chi son que' duo che sull'arcion velociMovon per la pianura? Ad essi lunghe
      Soverchiamente son le usate strade,
      E lā passano un rio, lā per gli sterpiD'una macchia s'inoltrano, agognando
      Il pių diretto corso. Alla borgataPareano volti di Revello, e pure
      Quivi non si soffermano, e alla terraCerto d'Envėe sospingono i cavalli.
      Oh di Maria nell'anima dubbiante


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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





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