Pagina (273/291)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Costringente a fiducia! Oh maga stirpeChe da pantani eleva case e templi,
      Ed eserciti crea, manda, alimenta,
      E miete palme, e serto a serto aggiunge!
      Qui respirar vogl'io; qui mi vo scerreGentil compagna, e padre esser di prole
      Cui toccar possa virtù chiara e gloria.
      Brontolava Gilner, ma - Taci! taci!
      Gridò con più vigor l'acceso sire;
      Veneto voglio farmi, allo stendardo.
      Sacrar della repubblica il mio brandoMescer di prode Saluzzese il nome
      Ad immortali Adriaci nomi. In guerraSta Vinegia co' Dàlmati: sottratte
      Al cenno suo di Zara son le torri,
      Per impulso degli Ungheri; ma il forteLeon non perde sue conquiste mai.
      Ciò meditava il cavaliere, e intantoFama gli arriva di severe, atroci
      Opre de' reggitori. E Zara ed altreCittà soggette fremono di leggi
      E di capricci d'avidi mercantiFattisi quasi prenci. Entro la stessa
      Celebrata laguna, appo quel vampoDi libertà e di riso e di saggezza,
      S'odon sommessamente acerbe storieDi tribunal secreto e di profonde
      Fosse per vivi seppelliti, a piediDella reggia de' dogi; e su tal reggia
      Mentovavansi bolge arse dal soleSotto infocati piombi, e là espïati
      Venìan da illustri vittime delittiChe il volgo mal sapea, che il volgo in dubbio
      Osava por. Malediche, oltrespinteEran tai voci del terrore, e niuno
      Forse dalla repubblica iva toltoDal dolce liber'aer, se d'esecrandi
      Fatti non reo. Ma all'alma di Roccello
      Que' vivi seppelliti e quelle bolgeChe son corona a tal palagio, un sogno
      Angoscioso divennero. ImprudentiQuesiti usò su quelle storie, ed ecco
      Farglisi incontro, un dì, cortese fante


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino
1837 pagine 291

   





Gilner Saluzzese Adriaci Vinegia Dàlmati Zara Ungheri Zara Roccello