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      Onor mel vieta... Onor? che dissi? notoQuesto nome t'è forse?
      GUIDO.
      Arresta.
      LANCIOTTO.
      Io intendo,
      Io dell'onor l'onnipossente voce:
      Nè allorch'ei parla, più altra voce intendo,
      E vibro il ferro ovunque accenni.
      FRANCESCA.
      Ah padre!
      Ei non m'uccide, uccidimi tu, padre!
      LANCIOTTO.
      Vaneggio?... Voi raccapricciate?... - Oh Guido!
      Quando canute avrò le chiome anch'io,
      E vivrò nel passato, e freddamenteGuarderò i vizi e le virtù mie antiche...
      Anche allor rimembrando un'adorataSposa che mi tradia, tutta l'antica
      Disperata ira sentirò nel petto,
      Ed imprecando fuggirò col guardoVerso il sepolcro, onde mie angosce asconda.
      Ma non verrà quel dì. Verso il sepolcroMi precipita l'empia oggi: del mio
      Vicin sepolcro già il pensier l'allegra:
      Di calpestarlo essa godrà... Seco altri,
      A calpestarlo verrà forse!
      FRANCESCA.
      Oh cielo!
      Dammi tu forza, ond'io risponda. - Io sordaAlle voci d'onor... Se Paolo amai,
      Vil non era il mio foco: Italo prence,
      Cavalier prode, altro ei per me non era.
      Popoli e regi lo lodavan. TuaSposa io non era... Ah, che favello? Giusto
      È il tuo furor; dal petto mio non seppiScancellar mai quel primo amor! E il volli
      Scancellar pur... Con quell'arcano io mortaSarei, se Paolo or non riedea, tel giuro.
      PAOLO.
      Misera donna!
      FRANCESCA.
      A lui solo perdona;
      Non al mio amante, al fratel tuo perdona.
      LANCIOTTO.
      Per Paolo preghi? Oh scellerata!...UscirneDi queste mura ambi credete? Insieme
      Di riunirvi concertaste. Al padreDi rapirti fors'anco ei ti promise.
      PAOLO.
      Oh vil pensier!
      LANCIOTTOIo vil? - Partirà l'empia
      Sì; ma più te mai non vedrà. - Di guardie


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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