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      Per la infelice delirante, e a dettiChe nell'angoscia le sfuggian, perdona.
      E che sai tu, cieco mortal, se Iddio
      Non conduce le sorti e non ti scagliaIncontro alla sciagura, onde il tuo spirto
      In più che umane lotte trionfandoVieppiù a Lui s'assomigli? Al Sempiterno
      Mancheran forse i modi e le delizieOnde il lor guiderdone abbiano i forti?
      Va', pia Rosilde, al tuo destin: che sonoMai di Teodomiro e di te stessa
      La pace e i giorni, ove allo scampo Iddio
      D'una intera città voglia immolarli?
      Scuotesi: amor le ridà forza, e nullaD'intentato consente. - E drappi d'oro
      E splendidi monili e vasi e perleTutto che mobil sia d'alto valore
      Sui giumenti si carca. In fretta e campiVendere e torri non poteansi: in pegno
      Alla Badia li affida, e ne ritraeNon picciolo tesoro.
      O mia signora,
      Deh! non avventurarti," invan ripeteIl prudente scudiero; "a me abbandona
      Questo messaggio."
      A tutto, il barbaro Unno
      Resister può, non d'una moglie al pianto,"
      Sclama la dolorosa.
      Eppur, deh! pensaChe non è fede ne' malvagi. E s'egli
      I tesori rapisse, e te prigione,
      Donna, tenesse?"
      Ah! del mio sposo al fiancoAndar carca di ferri, anzi che lunge
      Aver tesori e libertà, ben chieggio."
      Dice, e comanda, e vuole. E sulla viaCol fido Ugger, co' pochi servi, assisa
      Eccola sulla mula. - Ahi! così un tempoDa' Francesi inseguito io colla madre
      Pargoletto fuggìa: si soffermavaIl viandante attonito e chiedea
      Da qual parte calato era il nemico.
      Oh cavalieri improvidi, ch'a imbelliArti educate le fanciulle! Or d'uopo
      Qui saria di valore! In mezzo all'armi


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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