Pagina (89/149)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vanne:
      Ebelino è in tua mano; anco sua vita,
      Anco la fama sua, perchè maggioreTorni suo vanto e tua immortal vergogna.
      L'avversario precipite avventossiDal grembo della nube, onde i mortali
      Atterrìa lampeggiando, ed in un puntoFu su roccia dell'alpi. Ivi gigante
      Si soffermò, e da questo lato i campiDella lieta penisola mirando,
      E dall'altro le selve popoloseDe' boreali, l'una e l'altra palma
      Battè plaudendo al sovrastante luttoD'entrambo i regni, ed esclamò: - Vittoria!
      Di là scagliossi alla città del tronoE de' cento felici incliti alberghi,
      E delle orrende mura ove trascinaSua catena Ebelin. Desta il demonio
      Ne' giudici, che Ottone a indagin chiamaDell'alta causa, aneliti vigliacchi.
      Temon, se reo non trovan l'accusato,
      L'ira d'Otton, l'ira d'Augusta, l'iraDi quel Guelardo che per essi or regna;
      E dove il trovin reo, speran più pinguiGli onorati salarii, e maggior lustro.
      Chi primiero è fra' giudici? Oh impudenzaGuelardo stesso!
      Oh come il core all'empioNondimen trema, udendo che s'appressa
      L'irreprensibil catenato! E questiEntra con umil, sì, ma non prostrato
      Animo, e reca sulla smorta fronteQuell'alterezza ch'a innocenza spetta.
      Cela Guelardo il suo tremore, e prendeCosì ad interrogar:
      - Qual è il tuo nome,
      O sciagurato reo?
      - Sono Ebelino
      Da Villanova, amico tuo.
      - RigettoL'amistà d'un fello: giudice seggo.
      Che macchinasti co' Lombardi?
      In visoL'accusato guardollo, e non rispose.
      E Guelardo: - A lor trame eri secretoEccitator; t'offrìan lo scettro, e pronta
      Stava tua destra ad accettarlo in giorno


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





Ebelin Ottone Otton Augusta Guelardo Guelardo Ebelino Villanova Lombardi Guelardo