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      Solinga vila crescerà l'incanto,
      Allor che a noi (se il ciel pietoso arridaAlla dolce speranza!) uno o più figli,
      Siccome questi, fioriranno a lato!
      S'interrompe Ildegarde, e per gentileImpeto d'amorosa alma commossa,
      O per arte gentile, o per un mistoD'impeto ed arte, i due bambin si prende,
      Uno a destra uno a manca, e li accarezzaCon baci alterni e voluttà di madre,
      Sì che la madre vera e il genitoreInteneriti esultano, e amicati
      Tanto per lei vieppiù si senton, quantoA' pargoletti lor vieppiù è cortese.
      - Oh come a te in bellezza, o mia vicina,
      Questa bimba somiglia!
      E ciò Ildegarde
      Dicendo, preme lungamente il labbroSovra la rosea guancia paffutella
      Della cara angioletta, e la baciucchia.
      Poscia gitta la mano amabilmenteSulle ricciute chiome del fanciullo,
      E qua e là le palpa, indi pel ciuffoA sè lo trae, e, baciatolo, gli dice:
      - Sai tu che appunto sei, qual mi fu pintoDa fedel dipintore, il padre tuo
      Ne' suoi giorni d'infanzia? InanellatoIl fulvo crin, larga la fronte, arditi
      E amorevoli gli occhi...
      E questi dettiPronunciando Ildegarde, involontaria
      O accorta, alzava paventoso un guardoSul cavaliero. Ed ei si perturbava
      Ricordando Camillo. Allor la piaAmbagi più non volve; e con candore
      Dice quanta cagion siale di tristoRincrescimento il dissentir d'Irnando
      E di Camillo.
      - O degna Elina! ov'ancoD'uno dei duo per indomato orgoglio
      Quella discordia non cessasse, amicheEsser non possiam noi? Commiserarci
      Non possiam noi di questa ria fortuna,
      Ed amar nostri sposi, e niun furoreLor condivider che sia oltraggio al dritto?


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Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149

   





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