Pagina (140/149)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E sino a te l'amor non sollevai!
     
      Tante cose sfumarono al mio sguardo,
      E tutto giorno sfumar altre io miro!
      Valga d'esperïenza il raggio tardo,
      In che sforzatamente oggi m'aggiro,
      Ad oprar alfin sė che pių gagliardoA tua bellezza s'erga il mio desiro,
      E nulla tanto da' mortali io brami,
      Quanto ch'ognun tuoi pregi scorga ed ami!
     
      La legge tua non č d'irto rigore,
      Sol le idolatre passïoni abborri:
      Lunge che a te dispaccia amante cuore,
      Ad un cuor fatto gel pių non accorri.
      Tu vuoi che a' miei fratelli io con ardoreCosė soccorra, come a me soccorri:
      Tu vuoi che in forte guisa il bello io senta,
      Tu vuoi che al giusto il plauso mio consenta.
     
      Tu doni a' figli tuoi mente e parola,
      Non perchč il dono tuo venga sepolto;
      Tu non imprechi investigante scuolaSu non vietato ver fra l'ombre avvolto:
      In odio a te l'indagin empia č solaChe contra il cenno tuo l'ardire ha volto:
      Tu gl'ignari del mal chiami felici,
      Ma il veggente non reo pur benedici.
     
      Tu che sei tutto amor, la sacra stampaDella natura tua nell'uomo imprimi:
      Gagliardo sprone e inestinguibil lampaTu sei di tutti aneliti sublimi.
      Tu godi quindi se il mio spirto avvampaPer que' tuoi fidi che in virtų son primi:
      Tu godi se fra lor taluni eleggo,
      E nel lor santo oprar meglio ti veggo.
     
      A me tu dato hai queste fiamme ardenti,
      Con cui desėo de' petti amici il bene,
      E con cui studïando i tuoi portentiTraggo esultanza, e di capirti ho spene:
      Cosė caldo sentir pių non diventiEsca giammai di vanitā terrene:
      Mie passïoni in guisa tal governa,
      Che lode sično a tua saggezza eterna.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Poesie scelte
di Silvio Pellico
Edizioni Buadry Parigi
1840 pagine 149