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      - Prendo io il posto di Moab, gridai io allora.
      - No, no, interruppe il sagan. Non è di ciò che si tratta. Non è questione di un braccio di più o di meno, d'un uomo piuttosto che d'un altro, per compiere questa santa opera. Si tratta di un giuramento. Ebbene, voi avete tutti giurato sull'Efod, che coloro cui la sorte additasse, compirebbero il sacrifizio del tiranno della Giudea. Ora uno di quegli eletti dalla sorte ci dice: Io non voglio più mischiarmene perchè c'è una donna che non lo vuole. Che mercato facciamo noi dunque di Dio, del nostro giuramento, della nostra parola, del nostro onore? Che sicurezza abbiam noi pel secreto confidato ad un uomo che pone un Ella al disopra del suo dovere?
      - Basta così, gridò Moab, avanzandosi verso il tavolo del sagan. Dacchè sorge un sospetto, la questione è sciolta. Era il mio destino che lottava contro il mio dovere. Voi intervenite in nome di Dio; non ho più nulla a rispondere. Ucciderò Pilato, e poi mi ucciderò anch'io sopra il suo cadavere. Addio. Infrangerò il precetto della mia setta che abborre dal sangue3; ma espierò il mio fallo uccidendo la mia anima, che era sua, ed il mio corpo, che era vostro. Vado a raggiungere i nostri fratelli.
      E ciò dicendo, Moab, il discepolo di Battista, alzò la testa bruciata dal sole del deserto, fiera come le creste del Libano, girò su noi il suo sguardo azzurro come il cielo, aggiustò intorno al corpo la sua tonaca di pel di cammello, strinse la sua cintura di cuoio, scosse la capigliatura nera e increspata come quella di Sansone, ed uscì.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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