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      Gionata, bel giovane, le indirizzò un complimento da parte della nobiltà, della gente del tempio, e del popolo della nostra città.
      Scendendo sulla spiaggia, Claudia fu salutata con un grido immenso dal popolo che vi si affollava.
      La moglie di Pilato non ascese quella specie di cono intorno a cui, simile ad un grappolo d'uva, è piantata la città. Ella non aveva bisogno di riposo, e quindi la partenza per Ramah fu immediatamente decisa.
      Tutto, del resto, era pronto.
      Ventiquattro schiavi liburniani circondavano la lettiga, tutt'oro e porpora: otto per tappa. Un camello già bardato; due cavalli, uno di Selinunte e uno della Siria, scalpitavano sulla sabbia, rattenuti a briglia corta da schiavi nubiani. Claudia poteva così alternare di veicolo a suo piacere. Un nuvolo di cavalieri numerosi ed una mezza legione di guardie servivano di scorta.
      Una pianura coperta da uno strato leggero di rosea sabbia, sovrapposta ad un altro di nero terriccio, si allargava dinanzi a loro, sparsa di villaggi, di rovine d'antiche città, e di tombe, reliquie della nostra vecchia storia e delle nostre disgrazie - ceneri di centinaia di generazioni d'uomini, Filistei, Ebrei, Macedoni, Romani. Più lungi, ove l'occhio non arrivava, Modin, che risuonava ancora del nome dei Maccabei, e da lato Gaza, Ascalon - ove nacque Erode il Grande - tutta quella regione che vide David abbattere il gigante, e Sansone prendere le volpi.
      Claudia montò sul camello, e dietro a lei prese posto una schiava egiziana che teneva aperto un parasole per garantirla dai raggi del sole ancora vigoroso.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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