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      Moab, questa fiata, era voltato dalla parte di Claudia. Tutti sei, s'erano piantati all'estremità del recinto, dosso contro dosso, serrati, le braccia incrociate al petto, la diritta armata del pugnale in avanti. E' formavano come un pilastro: e non un muscolo del corpo loro, o della faccia, tremava. Soltanto parevano molto pallidi. Con la testa e i piedi nudi - quella panoplia vivente serbava ancora un aspetto formidabile. Gli occhi giravano nelle loro orbite lanciando degli sguardi terribili. Quei denti serrati, quelle bocche semiaperte per respirare un alito potente, quelle narici dilatate promettevano una lotta terribile: la carne morderà forse la bocca che vorrà divorarla.
      Ma quelle bocche altresì, erano spaventevoli.
      Appena i bestiarii ebbero sollevate le grate, situate non alle due estremità dell'anfiteatro, ma ai lati, ecco da una parte lanciarsi come in un gruppo solo dieci tigri, dall'altra strisciar fuori come un fiotto dieci coccodrilli.
      Un fremito di piacere, anzi che di terrore, corse in tutte le fila.
      Il silenzio era completo.
      Le tigri entrarono prime. I loro sguardi furono all'istante colpiti dalla presenza della folla che siedeva tutta intorno e di quel gruppo rosso ed immobile che era più vicino ad esse. Le loro narici fiutavano un odore forte, acre e pestilenziale. I coccodrilli coi loro occhi piccoli e rossastri scorsero a prima vista le tigri che stavano loro di faccia: e d'uno sguardo di traverso, a dieci passi dalla loggia di Claudia, i condannati. Tigri e coccodrilli compresero immediatamente, per istinto, che il loro più grande pericolo non veniva dagli uomini.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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