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      Questi lanciarono i loro giavellotti in mezzo a quella muta infernale, per attirarla a sè e liberare così il loro disgraziato compagno. Quattro o cinque leoni, feriti, si fermarono di fatti, e vedendo di dove era loro venuto il dolore e l'attacco, fecero fronte gettando un ruggito che incusse sgomento negli spettatori. Il fuggitivo fu raggiunto.
      Egli abbattè un leone che aveva abbrancato il collo del cavallo; immerse il suo spiedo nella gola d'un secondo, che gli aveva afferrato la coscia colle sue zampe. Ma due altri leoni avevano azzannato per di dietro il cavallo, che si abbiosciò dal terrore sotto il suo cavaliere. Cavallo e cavaliere perirono. Nondimeno il terribile Siriaco, morendo, ebbe ancora il coraggio di immergere il suo pugnale nel fianco d'un terzo leone.
      Dall'altra parte, quattro leoni piombarono sopra la banda che stava ferma sotto il podium. I condannati li ricevettero sulla punta della daga, i cavalieri sui loro spiedi. V'ebbe un istante in cui non si distingueva più nulla. Ad un punto, quattro cavalieri furono travolti dai loro cavalli che nitrivano di spavento. Tre uomini a piedi, un cavallo col suo cavaliere e i quattro lioni, non si alzarono più. Uno dei combattenti, ferito mortalmente, rotolava dalla sua cavalcatura, e arrestava, come il pomo d'oro di Atalanta, le bestie feroci che lo inseguivano. I giavellotti solcavano l'aria del circo. Menahem s'impadronì allora d'uno spiedo, e saltò sul cavallo che volava nel ricinto come un'aquila. Gli uomini a piedi, tutti feriti, corsero sopra i due leoni che facevano strazio del cavaliere caduto.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Siriaco Atalanta