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      Là s'aprì un combattimento come nell'Iliade sul corpo di Patroclo. I cavalieri, non potendo padroneggiare i loro cavalli, la cui paura sembrava delirio, attirarono fuori della lotta i tre leoni di cui erano inseguiti, aiutandosi dei loro giavellotti e dei loro spiedoni. I due uomini furono messi a brani ed i leoni feriti gravemente, Menahem ne uccise un altro, ma due cavalieri soggiacquero ancora.
      Non restava dunque più fra i condannati che Menahem leggermente ferito, ma il cui cavallo era intatto. Cinque dei Siriaci del re Aretas, erano estinti. Otto leoni erano stati ammazzati, e gli altri quattro vagavano feriti intorno al circo. Due uomini dunque contro quattro leoni; partita in equilibrio.
      Menahem prese l'iniziativa, ed assalì. Uno dei leoni gli saltò sopra, mentre ch'egli uccideva l'altro conficcando nel suo potente petto la daga che appoggiava sul suo cavallo fino a rovesciarnelo. L'ultimo dei Siriaci lo disimpegnò, uccidendo quel mostro per di dietro, traversandolo da parte a parte. Nello sforzo, per altro, l'infelice Siriaco perdette l'equilibrio, e cadde. E' si trovò fra gli artigli dei due ultimi leoni i quali, feriti mortalmente, ebbero però ancora bastante forza per ridurlo a minuzzoli. Quando Menahem, rialzandosi, accorse in suo aiuto, fu a tempo per finire i leoni ma non per salvarlo. Quindi, di tutto il combattimento, restava solo Menahem ferito, ed un cavallo, il quale era ito a morire a pochi passi da lui, esausto dalla fatica e dal terrore più che dalle ferite.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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