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      Egli li rinchiuse nella fortezza di Masada, a fine di sottrarli alla vendetta di Antigono, che aveva tagliato le orecchie al vecchio gran sacerdote Hircanus, ed avvelenate le ferite che Phaselus s'era fatte battendo della testa contro le mura della sua prigione per suicidarsi. Erode pure si sarebbe data la morte dalla disperazione, se mio padre non l'avesse fatto arrossire della sua viltà, e non avesse rialzato il suo coraggio20.
      Dopo aver messo al sicuro nella fortezza la famiglia, i parenti ed ottocento dei suoi amici, e dato congedo ad altri otto mila ch'egli non poteva proteggere, Erode s'accinse a restaurare la sua fortuna. Mio padre l'accompagnò presso Malchus re d'Arabia, che era stato colmato di favori dal padre di Erode. Malchus gli rifiutò ogni aiuto. Allora Erode si salvò in Egitto, ove Cleopatra si prese d'amore per lui. Mio padre lo strappò dalle braccia di quella sirena, che aveva perduto tanti Romani. Erode s'imbarcò in Alessandria onde andare a Roma, e venne a Pamphilica, di dove una terribile tempesta lo sbalestrò in Rodi.
      La città era rovinata dalla guerra contro Cassius. Erode l'ajutò a riedificarsi. Egli si fece costruire una trireme, e approdò a Brundusium, e di là si recò a Roma. Erode, sempre accompagnato da mio padre, restò a Roma sette giorni, e furono bastanti. Egli ricomperò da Marco Antonio il regno di Giudea, come aveva comperato la dignità di tetrarca. Il senato pubblicò il decreto. Ottavio ed Antonio lo colmarono di feste, ma egli partì immediatamente.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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