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      Questo mistero a momenti mi spaventava, poi mi consolava.
      - Da quando in qua Pilato è egli divenuto così pudico e così pieno di cautele nelle sue esecuzioni? dicevo a me stesso. Da quando in qua, aggiungevo, fa egli giustiziare avanti il giudizio? Questo romano è scuro e severo, ma giusto, o meglio, è schiavo della legalità. L'uomo che l'altro giorno ha trucidato un popolo disarmato, avrebbe del pudore questa notte e civetterebbe col cosa se ne dirà a Gerusalemme? Hum, hum!
      Un soffio d'aria profumata che mi carezzò le narici, malgrado la stoffa tesa sul mio viso, m'avvisò ch'eravamo vicini ad un giardino. Ancora una rivelazione. Per farmi cangiare di prigione o condurmi al pretorio o al sanhedrin non c'era giardino da traversare. Penetrammo in un viale. Sentivo sotto i miei piedi la fina sabbia del fiume. L'odore che m'inebbriava non poteva venire che da qualche conserva, poichè l'autunno nei nostri climi non ha di quei fiori. Udii qualcuno della scorta allontanarsi, probabilmente per andar a prendere degli ordini, e ritornare poco dopo, sempre silenziosamente. Nondimeno comprendevo perfettamente ch'eravamo vicini ad una casa, perchè la mia benda non impediva al rumore delle voci e del movimento di arrivare alle mie orecchie. Attendemmo un quarto d'ora forse. Alla fine mi sembrò udire un passo leggero e il fruscio di un vestito di donna. Non m'ingannavo. Udii il passo della scorta che si allontanava, poi una mano di donna prender la mia dicendomi dolcemente: «Vieni.»
      Io non risposi.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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