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      Vuoi monopolizzare tutta la riconoscenza della pulzella. Va, va, fa la tua strada, ma sta in guardia: non si incespica mai che quando si guarda il cielo. Si direbbe che il cielo porta disgrazia.
      - Ti metti subito all'opera, non è vero?
      - Hai una premura che è sospetta, figliuolo mio. Sarei quasi tentato di domandarti la mia parte.
      - Di che cosa? della premura?
      - Di ciò che la provoca.
      - Tu sai che Giuda è amico mio.
      - Ma! appunto per ciò mi stupisco della tua magnanimità. Non si fanno tanti sforzi per un amico, che quando si tratta di perderlo.
      Tre giorni dopo, Bar Abbas sapeva tutto.
      S'era presentato al vecchio Ruben, per iscontare i calci della sera precedente. Aveva principiato lo scambio, con dei cazzotti, nella taverna ove il carceriere andava a gozzovigliare la sera, dopo di aver coricato i suoi pupilli. La partita saldata, Bar Abbas, da vecchio milite di fronte a vecchio milite - Ruben aveva combattuto contro Pompeo alla presa di Gerusalemme, - gli aveva offerto una riconciliazione.
      - Non voglio distruggerti, gli disse egli, preferisco ubbriacarti, vecchio bestione.
      La proposta non ammetteva una lunga riflessione, neppure per anomalia di gusti. Ruben accettò, colla riserva di bere ma senza ubbriacarsi. Promessa da beone. Egli bevve, s'ubbriacò, e parlò. Bar Abbas, per saldare i conti, lo fece rotolare con un pugno sotto la tavola dell'osteria, e uscì, mulinando così:
      - Che la folgore soffochi il sagan, e Caifa in sua compagnia! Cosa significa tutto ciò? Levato dal carcere di notte, con una benda agli occhi, e condotto al palazzo di Erode per la porta del giardino?


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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