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      - Cosa t'ha ella detto, tua madre? mi domandò finalmente. - Le sue parole sono state queste, risposi io: Tu farai tutto, figlia mia, tutto, intendi bene, per ottenere la mia grazia. - Hum, brontolò Tiberio, tutto! - Tu domanderai questa grazia tutti i giorni, continuai ripetendo le parole di mia madre; non vedrai mai Cesare senza ricordargli la mia grazia; e resterai fino a che non l'avrai ottenuta. - Sta bene, replicò Tiberio, resta e domanda tutti i giorni codesta grazia.
      Claudia s'arrestò. Mi parve che fosse vinta dalla commozione. Ciò durò un momento, poi riprese:
      - Io feci tutto. Domandai la grazia. Non l'ottenni. Io non vendetti la mia infamia; la mi fu tolta per nulla; quel Cesare mi derubò. Egli sapeva bene, pertanto, che se io mi rassegnava a quegli obbrobri, gli era per ottenere il perdono dell'esiliata. Egli scroccava la mia vergogna. Ciò ch'io soffrii, nessuno lo saprà giammai. Dovevo sorridere in mezzo alle sozzure di Capri, delle quali pensavo fare la redenzione di mia madre. Essa morì. Io restai infame per niente.
      - L'è orribile, codesta storia, dissi io inginocchiandomi dinanzi a Claudia e baciando il lembo della sua tunica.
      - Alcuni anni più tardi, Cypros arrivò col messaggio della morta, continuò Claudia. Allora mi decisi a partire. Tiberio vi consentì. Ormai e' non poteva più respirare la voluttà di uccidere la madre col disonore della figlia: non poteva più vendicarsi di una madre, immergendo me nella melma. Ma questo non era il mio solo supplizio. Io era maritata.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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