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      Poi ritornò al suo posto.
      Al tintinnìo di quella piastra metallica, Cypros accorse. Sembrava stravolta dal terrore avendo indovinato da quello strepito la tempesta che agitava l'anima della sua padrona. Cypros si avvicinò tremante, pallida come una landa di neve al chiaro di luna.
      - Raccomoda la rete dei miei capelli, disse Claudia con voce sorda e gli occhi fulminanti.
      Cypros cadde alle sue ginocchia gridando:
      - Grazia, padrona, io sono innocente.
      Claudia fissò negli occhi della giovane i suoi occhi carichi di collera, affascinandola, inchiodandola ai suoi piedi, affranta dalla paura. Poi senza aggiungere una sola parola, mise lentamente la mano ai capelli, ne tirò la spilla omicida, alzò il suo braccio e lo abbassò. Pilato vide quel movimento e si precipitò sulla mano di sua moglie. Arrivò troppo tardi. Il gioiello di Claudia aveva pugnalata la schiava delle Gallie. L'infelice Cypros si accosciò e cadde stesa sul tappeto, mormorando:
      - Povera madre mia, tu morrai schiava.
      Uno spruzzo di sangue saltò al viso di Claudia e lordò il suo bianco vestito. Ella contemplò per un momento quel cadavere, poi alzando lo sguardo sopra suo marito esterrefatto gli ordinò:
      - Spingi col piede questa carogna sulla terrazza.
      E ricadde sul suo seggio.
      Pilato prese nelle sue braccia il cadavere della ragazza. Egli comprendeva ora perchè Cypros gli avesse nascosta la mia presenza presso di sua moglie. Si sovvenne delle ore di gioia che Cypros gli aveva procurate parlandogli di Claudia. Baciò castamente la fronte della povera vittima, e la depose sulla terrazza, ove il sangue fu ben presto lavato dalla pioggia che cadeva a catinelle.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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