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      Questo asilo è sacro come una sinagoga. È aperto per ogni sorta di gente, d'ambi i sessi, di tutti i paesi. Non si paga nulla, ma non vi si riceve nulla, all'infuori dell'ombra, del riparo, della sicurezza contro i malandrini. Sotto le arcate, i mercanti s'affrettano a mostrar le loro mercanzie, l'ambra del mar Baltico, lo giojellerie di Alessandria, le spezie dell'Arabia, e le essenze preziose dei giardini di Moab. Qui, dei viaggiatori si lavano le mani; là, degli altri tiran fuori dai loro sacchi gli alimenti belli e preparati, o gli arnesi per prepararli. Da un'altra parte, le persone stanche stendono per terra una pelle di montone, una stuoja, un tappeto, un pugno di foglie o di paglia, ciò che hanno in fine, ed avviluppati nei loro mantelli, o nelle loro coperte, si dispongono al riposo. Altri s'affrettano a caricare sopra i loro asini e i loro cammelli, le loro donne, i figli, le mercanzie e partono. Si va e si viene come si fosse in casa propria.
      Trovammo posto in questo asilo abbellito e ristaurato dal re Erode, quantunque affollato ancora a causa di quel resto di popolo che era stato alle feste del Tabernacolo a Gerusalemme, e vi aveva fatto un più lungo soggiorno. Incontrammo pure un gran numero di convalescenti fra queglino che furono colpiti nel giorno del tafferuglio per l'offerta. I pedoni passano quivi la notte. Pranzammo in mezzo al tumulto causato dalla petulanza, l'importanza, e la sfrontataggine di Bar Abbas. Pareva egli un imperatore che viaggiasse incognito.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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