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      Sara, che aveva già avuto conoscenza di questo amore, e che si sentiva oltraggiata nella stessa sua casa, risolse di abbandonare il tetto di suo marito, onde evitare almeno il veleno, cui Erodiade le avrebbe certamente versato per essere francata dell'ostacolo. Sara finse, nella primavera, di voler andare a godere l'aria della montagna nella residenza di Makaur.
      Makaur è una piccola città forte, sopra una collina in mezzo alle aride lande dell'Arabia, un altipiano roccioso, sul quale Erode il Grande aveva fabbricato un immenso edifizio, metà palazzo, metà castello, a fin di tenere in rispetto le tribù arabe. Perocchè Makaur è alle frontiere del paese di Moab, ove i dominii di Aretas cominciano, e la Perea, dominio di Erode, finisce. La città era posta in alto come una vedetta del deserto, merlata, solitaria, avendo dell'acqua, delle solide mura, e qualche ciuffo di verdura.
      L'Arabo veniva a frangersi contro questo ostacolo.
      Era dunque nel bel palazzo che si alza nel mezzo della fortezza che Sara cercò un rifugio. Ma ella aveva di già avvisato suo padre dell'oltraggio che le si faceva, e del suo progetto di fuga. Uno stuolo di Arabi, posti in agguato al sito opportuno rapirono la figlia di Aretas agli ufficiali e ai soldati di Antipas, i quali l'accompagnavano, e la condussero a suo padre, a Petra, ove era il nido di quell'aquila.
      L'aquila poi discese nel piano e principiò la guerra contro Antipas. Ma che gl'importava la guerra a costui? Egli era libero adesso di sposare Erodiade la quale era la sua fatalità. Ella ripudiò suo marito.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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