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      L'aspettazione non fa lunga. Salomè era andata a mettersi all'uscio, gettando uno sguardo nella sala del banchetto, un altro negli appartamenti ove l'ufficiale era scomparso. Finalmente arrivò. Salomè gli strappò il bacino, e presentandolo a sua madre, lo scoprì.
      Conteneva la testa del Battista.
      Un fremito corse in tutti i convitati.
      Si racconta che una dama romana punse colla sua spilla da capelli la lingua di un avvocato che aveva fatto condannare suo marito. Erodiade, lei, avvicinò la coppa d'oro alle livide labbra di quella testa tagliata, le versò nella bocca una parte del suo vino, o disse:
      - Il profeta beve alla salute del Tetrarca Antipas e di sua moglie Erodiade; io bevo alla sua salute!
      Un grido immenso, che rianimò il festino, accolse questa atroce facezia della amante di Antipas. I cortigiani ed i soldati si alzarono tutti e bevvero alla salute d'Erodiade. Solo Antipas ed io restammo tristi e muti.
      Alla fine Antipas riprese il suo buon umore e mi disse:
      - Non affliggerti, Giuda, se ti hanno servito il tuo profeta sopra un piatto. Verrai con noi a Tiberiade dopo domani, ed io ti prometto di offrirti un messia in una gabbia. Ordinerò una caccia di profeta apposta per te.
     
      Due giorni dopo, lasciammo Makaur, seguendo il Tetrarca ed Erodiade.
      Bar Abbas, che io non aveva più visto dopo il nostro arrivo, mi si avvicinò, e disse ad alta voce:
      - Che bell'idea di avermi condotto teco! Ho mangiato come dieci, bevuto come cinquanta, e parlato come cento. Ebbene, tutti i soldati d'Antipas sono nostri! gli Erodiani non aspettano che un segno.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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