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      Passai, ed innanzi di entrare, immersi le mani nella vasca d'acqua presso alla soglia, nettai i piedi alla lama di ferro posta vicino, feci una riverenza all'arca, e mi fermai alla porta rivolta all'occidente. Poco dopo il popolo principiò ad entrare, imitando ciò che io aveva fatto. I dieci del batlanim (oziosi) avevano già preso posto nella piattaforma elevata del mezzo della sinagoga. I ricchi andarono a sedere sui loro alti posti vicino all'arca; i poveri si accalcarono sulle panche di legno coperte da stuoje; i fanciulli mezzo nudi ed intieramente abbronzati al sole, s'accocolarono sul suolo di nudo marmo, facendo degli sberleffi, pizzicandosi di nascosto, più vogliosi di andar a giuocare sulla piazza, che di stare lì dentro. Le donne occupavano già il loro nido dietro una larga grata nella galleria superiore, vicina al tetto. Il Hazzan, che è il guardiano della sinagoga, vi mantiene l'ordine, e compie certe funzioni, fece il giro della sala per vedere se tutto andava convenevolmente. Gli anziani stavano sulla piattaforma, ed il loro capo aspettava che il Hazzan gli dicesse che tutto era in ordine per dare il segnale del servizio. Il segnale fu dato. Il capo del batlanim bruciò dell'incenso che riempì del suo bianco fumo e del suo forte profumo tutta la sinagoga, ed intuonò un salmo di David che fu cantato dall'intera assemblea. Finito il salmo, il Hazzan andò all'estremità orientale della sinagoga, allontanò, inchinandosi, il velo che copre l'arca, l'aprì e ne tirò fuori il Torah - ruotolo ove sono scritti i cinque libri - lo portò intorno ai banchi del popolo, di maniera che tutti potessero baciarlo, o toccarlo colla mano diritta, ed ascendendo i gradini della piattaforma, lo presentò al Sheliach.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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