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      - Io non cerco mai di sfuggire, quando ci sono dei colpi da ricevere, o delle vergogne da vantarsi. Io metto al sole le mie piaghe con voluttà - per nauseare coloro che me le hanno prodotte.
      - Cospetto! tu m'intenerisci. Saresti tu convertito al regno di Dio, di tuo nipote? T'avrebbe egli promesso un posto in quel regno?
      - Avrei preferito che mi avesse dato un posto alla sua scodella, se ne avesse una di ben provveduta. Ma ecco la ragione del nostro disgusto, quella che sembrami probabile almeno, perocchè non so proprio bene perchè egli mi glorifichi sempre del nome d'infame, ogni qual volta mi trova sulla sua strada. Infame! Cosa diavolo vuol dire? Credo che derivi dal latino in fame, o da qualcosa che significa aver sempre fame. Ebbene, a mia fe', bimbo mio, tu hai doppiamente ragione: ho sempre fame io.
      - Sei sapiente come Gamaliele figlio di Simone. La tua spiegazione dell'infame è ammirabile. Ma principia un po' questa tua storia.
      - Eccola qui in due parole. Io aveva reso un servizio al comandante della quarta legione in Germania; uno di quei servigi che si dimenticano raramente. Ritornato dalla guerra povero come un lebbroso, divenendo di giorno in giorno sempre più mariuolo a Gerusalemme, avevo inteso dire che questo Claudio Pellas, il comandante della quarta, essendosi disgustato con Augusto, era stato esiliato nella Golonitide, e aveva ottenuto di vivere nella Galilea. Gli è quello stesso che ha fatto regalo della loro sinagoga ai marinai di Cafarnaum. Decisi di andarlo a vedere.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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