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      - Io la valuto all'ingrosso. - Quanto? - Ne domando diecimila sesterzii.... - Te ne spippolo quindicimila. Vuoi tu giuocarli adesso, e guadagnarne tre o quattro volte tanto, comperarti una bottega di manichi da coltello e finire la tua vecchiaia in mezzo ai corni di bove e di montone? - Io ti giuoco l'anima, se ne hai una, e se vuoi arrischiarla, per farne delle suole a sandali da prete. - Avanti dunque, ma ai dadi, sai. - Eccoli, guardali. - Sta bene, ma il denaro? - Non mi devi tu quindicimila sesterzii? - E tu, non mi sei tu debitore di tua nipote? - Prendila dunque: o vuoi che te l'imballi con della paglia? - Va bene allora. Andrò a cercarla. Soltanto bisogna andar d'accordo in talune precauzioni. - Quali? - Verrò domani sera a mezzanotte, e avrò una lettiga per riporvela convenientemente. - Abbi tutto quello che vuoi. - Griderà forse? - Ciò ti risguarda. Io ti apro la porta; ti conduco nella sua stanza; tu mi dai il denaro.... e che il diavolo ti porti. - Ci mettiamo a giuocare. Guadagno cinquemila sesterzii. - Ti devo ventimila sesterzii, camerata, disse Cneus Priscus; a domani sera.
      - E venne?
      - Se venne! esatto come il gnomo del monumento d'Hircanus. A mezzanotte una lettiga portata da quattro schiavi neri si fermò dinanzi la mia porta. Cneus mi rimise una borsa col denaro: ventimila sesterzii! Mentre io li contava, egli entrò nella camera ove Mirjam dormiva col bimbo nelle braccia. Si gettò il bertuccino da una parte, s'inviluppò la testa della ragazza in non so cosa, una coperta credo, la si tolse su come una piuma, e due minuti dopo era sparita.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Cneus Priscus Hircanus Mirjam