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      La prima volta che mi vide, mi prese pel collo gridando: «Infame, cos'hai fatto di mia sorella?» e di poi, tutte le volte che mi incontro con lui, mi accoppa sempre di questa ingiuria. «Cosa hai fatto di mia sorella!» Imbecille! o che ne so nulla io?
      Questo racconto mi gittò in un inatteso ordine d'idee. La vista di Bar Abbas essendomi divenuta insopportabile, lo inviai solo a Sephoris, ed io presi la via di Gerico e di Betlemme.
      O che ne so nulla io? aveva detto Bar Abbas.
      - Sono sulle traccie, dissi a me stesso.
      Tre giorni dopo, a mezzogiorno, mi presentai alla porta della casa solitaria di Berachah, la valle della Benedizione, risoluto questa volta d'entrarvi ad ogni costo, e di vedere la vedova di Cajus Crispus, la quale doveva probabilmente sapere qualche cosa di Mirjam, amante d'un camerata di suo marito, sorella del Rabbì di Nazareth.
      Il mio ad ogni costo fu inutile. Trovai Moab sulla porta semi aperta, che si arrostiva le gambe al sole. La vista di Moab mi richiamò alla memoria la donna del circo, ed il caos per un istante dominò il mio spirito.
      Moab era ancora un cotal po' convalescente delle sue ferite. Tuttavia e' mi parve meno impensierito di esse che affetto di profonda tristezza. Aveva l'aria abbattuta, scoraggiata, sudando lagrime da tutta la persona.
      - Oh! come sono felice di vederti, Moab, sclamai fermando il mio cavallo e smontando onde esprimergli la mia gioia più da vicino. Tu risusciti, ragazzo mio. Oh come sei bravo, bravo, bravo! Cento come te, e Pilato andrebbe a remigare sur una barca del Tevere!


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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