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      - Proviamo, Moab, proviamo.
      Entrai. E per paura che Moab si pentisse, gli lasciai nelle mani le briglie del mio cavallo ed in due salti mi trovai sotto il piccolo portico davanti la porta della casa. Non c'era nessuno. Vado avanti, e fo' un po' di strepito. Finalmente scorgo una giovine schiava che mi viene incontro, tutta attonita di vedermi colà.
      - Introducimi dalla tua padrona.
      - Ma chi sei tu, o straniero?
      - La tua padrona lo sa. Precedimi a lei dinanzi.
      Noah non replicò, traversò una corte scoperta interna, che i Romani chiamano cavædium; entrò nel tablinum ove si ricevono gli ospiti, aprì una porta invetriata nel fondo di questa stanza, sotto un piccolo portico che conduceva alla parte posteriore del giardino, e mi additò la sua padrona.
      Io aveva seguito Noah senza aprir bocca.
      - Padrona, disse la giovane, uno straniero che dice esser da te conosciuto, domanda vederti.
      - Non ho detto conosciuto, ragazza mia. Ti ho detto: La tua padrona lo sa - supponendo che questa nobile signora fosse stata informata dai suoi schiavi, che una notte, circa dodici giorni fa, un viaggiatore chiese un ricovero dal temporale, e che la porta di questa casa si aperse alla sua preghiera. Quel viaggiatore, nobile dama, sono io, che vengo a porgertene i ringraziamenti.
      Queste frasi, cui scrivo qui correntemente ora, ebbero pena a formarsi allora nel mio cervello e ad uscire dalla mia bocca. Io era sbalordito. Aveva dinanzi a me quella donna del circo, che da un mese dominava i miei pensieri, riempiendo i miei sogni, spronando i moti del mio cuore.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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