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      - Grazie. Tu t'inganni; io non ho alcun dolore.
      - M'era per altro sembrato...
      - Ti sei ingannato. Noah, offri a questo straniero dei rinfreschi se lo desidera.
      Ida si alzò. Mi congedava.
      - Non pensavo di offenderti, nobile dama, replicai. I miei occhi sono stati indiscreti, il mio cuore uno sciocco. Mi ricorderò questa lezione, e forse altri ne soffriranno. Ma tu sei la donna d'uno straniero, mi fu detto. Tu sei ebrea; tu sola hai un aspetto a scorruccio in mezzo agli splendori che ti circondano. Io ho sofferto sul suolo straniero dei dolori che nessuno ha consolato... Se ti ho offesa dicendoti: posso io renderti dei servigi, avendone ricevuto uno da te, - perdonami. Avrei creduto di mancare al mio dovere d'uomo agendo differentemente.
      M'era alzato io pure, ed avevo nella voce una tale emozione, ed un'aria così fiera e così compunta, che Ida si fermò, e m'inondò84 del suo sguardo, pieno come il sole a mezzogiorno. Dio mio! quanto era bella, quella giovine donna!
      Portava un lungo vestito viola molto accollato, stretto alla vita da una cintura di seta nera, ed i ricci dei suoi capelli d'oro, gittati all'indietro, ricadevano sulle sue spalle e sul suo seno. Guardandomi, la sua figura così triste si animò per un istante; il sangue corse alle sue labbra, che avrebbero fatto pianger d'invidia i petali di una rosa di Pœstum, e le sue piccole narici si gonfiarono.
      - Ti ho detto grazie, replicò, e te lo ripeto. Non hai alcun servigio da rendermi. Se avessi un dolore sarebbe di quelli che durano sempre, anche quando si credono estinti, che straziano, e non uccidono.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Ida