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      Io mi sono dato ad Ida, come la mia mano si è dedicata alla mia vita. Se ella mi chiedesse di demolire il Tempio coi denti, comincierei domani a divorarlo. Ho dunque il dovere di vegliare alla sua pace, al suo onore, alla sua anima. Ami Ida, tu dici? L'ami? Ebbene, non si amano le donne come colei, che quando se ne fa la propria moglie. Tagliami a pezzi se vuoi, ti perdono come ad un maniaco; ma non pensarti di lordare quella donna col tuo amore, neppure in sogno, perchè io ti strappo il cuore come ad una bestia feroce, e ti schiaccio come una bestia immonda.
      E così dicendo, mi gettò alla porta e la chiuse dietro a me.
     
      FINE DEL PRIMO VOLUME.
     
     
      SECONDO VOLUME
     
     
     
      XVIII.
     
      Restai confuso. L'apostrofe brutale di Moab m'immerse in un disordine d'idee vicino alla stupidità. Una sola cosa non lasciava più alcun dubbio: che questa Ida era la sorella del Rabbì di Nazareth. Di più! C'era ben stato un Cajus Crispus comandante la cavalleria della 12.a legione che abitava Gerusalemme quando Pilato se ne stava in Antiochia; ma aveva egli mai sposato questa ragazza che avea fatta comperare, e fatta rapire? Era egli morto? Aveva divorziato da sua moglie, o lasciato la sua ganza? Il cavaliere che io aveva veduto da Ida, nella notte dell'uragano, era egli Pilato, o uno del suo seguito? Che era egli andato a fare a quell'ora, con quel tempo, in quella casa? Io poteva rimuginare tutto ciò, andare al fondo di questo intrigo; ed avevo paura di conoscere la verità! La parola «sposare una tal donna, un simile angelo» increspava il mio viso d'un sorriso da demente, e mi metteva il delirio nei cuore.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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