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      - Io debbo dunque soffocare nel mio cuore il grido che mi dice: questa giovinetta sì rudemente provata dalla sventura, è il tuo destino!
      Ida alzò le spalle sdegnosamente, e si ricoricò. Io continuai.
      - Io t'ho veduta, Ida, per la prima volta al circo.
      - Cinquanta mila persone mi hanno veduta come te.
      - Nessuna coi miei occhi. Poichè da quel momento tu riempi la mia anima, come l'anima riempie la vita.
      - Via dunque! disse Ida con disgusto. Codeste passioni repentine e chiacchierone si comprano bell'e fatte dai poeti e dagli istrioni. Quanto ti ha dessa costato, giovanotto?
      - Hai tu giammai amato, Ida?
      - Che t'importa ciò?
      - Oh, se hai mai amato, grazia per me.
      - Ma veramente, giovane, tu deliri. Con qual diritto t'introduci tu nella mia casa, sotto un ridicolo pretesto, per offrirmi un amore di cui non ho d'uopo, che non ho in nessuna maniera nè autorizzato, nè incoraggiato, cui io non voglio, cui respingo con isdegno? Da chi credi tu trovarti? Quale ignobile impertinenza ti ha consigliato questo passo che mi offende! Ah! proruppe poi sciogliendosi in lagrime. Ah! se non fossi stata sola!
      - Addio, Ida, le dissi. Tu hai mal giudicato le mie parole, ma hai ragione. Io mi sono condotto male. Che vuoi? non si è sempre padrone dei proprii istinti. Io venivo soltanto per avvertirti d'un pericolo, per illuminarti. Accogliesti male le mie proferte; io mi ritiro. Ma ricordati questo. Ida: io t'amo. Se un giorno, il dolore che ti padroneggia in questo momento si calma, se la nebbia che ti ricopre si dissipa, e se hai bisogno d'un amico che ti consoli, di' a Moab di chiamarmi: io sarò sempre pronto, senza rancore, senza tiepidezza.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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