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      I primi colpi della contraddizione l'avevano cangiato. Era divenuto irascibile, assoluto, collerico, esigente più che mai, non tollerante alcun ritardo, alcun consiglio, alcuna controversia, alcuna resistenza: non discussioni, non dubbii. Era divenuto spaventevolmente assorbente. Egli comprendeva tutto ciò che la sua posizione aveva di terribile. Non vedeva nessuna maniera di sfuggirvi senza scadere, rientrare nell'ombra, annichilirsi, e morire di crepacuore nel ridicolo. Comprendeva che in situazioni simili l'ardire solo può esser salvezza. Cesare s'era salvato così. Pompeo ed Antonio avevano soccombuto per aver mancato di codesta prontezza necessaria a parare i colpi del destino. Egli non aveva più nulla a sperare dal tempo che facendogli violenza. L'occasione che io gli offriva non si presenta due volte nella vita dell'uomo che provoca la sorte. Occorreva agire, ora, e nient'altro che agire, sorprendere, forzare quelle decisioni dietro le quali si rizza o l'altare o il patibolo. I suoi nemici l'avevano compreso. Essi l'avevano segnato, avevano posto gli artigli sopra di lui, e parevano decisi a non più lasciarlo, che soccombendo essi stessi, o annientandolo.
      Gli antichi partiti non potevano più vivere insieme con lui. Egli li aveva provocati; essi avrebbero creduto abdicare se non avessero accettata la sfida, e schiacciato l'audace che li aveva sberteggiati. Gesù veniva a disfare cinquemila anni di giudaismo. Si poteva incrociarsi le braccia e lasciarlo fare? Il tuono da lui assunto non poteva del resto durare più oltre.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Antonio