Pagina (320/551)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Pilato si alzò. Questa specie di divagazione della giovinetta, lo straziava.
      - Ida, diss'egli, da alcune ore una nuova vita è principiata per noi. Mia moglie ha un amante che io non ho il diritto di uccidere, ma ella ti ucciderebbe se sapesse che tu sei mia. Eppure, Dio sa quanti rimorsi m'hanno costato queste goccie di consolazione di cui tu hai sparso la mia vita lugubre e disonorata. Io mi getto in un avvenire di tenebre, cui non oso guardar di fronte, e nemmeno intravedere. Non so cosa avverrà di me. So che non posso ormai continuare a vederti senza insultarti, senza insultare me stesso, senza insultare la donna che porta il mio nome. Tu ti consolerai, col tempo. Sei pura, sei restata pura anche sotto i tristi baci strappati al mio dolore. Sei giovane, l'avvenire è un abbagliante promettitore: confida in lui. Se sei stata punta da un'ortica cogliendo delle mammole, i fiori che si schiudevano nelle tue braccia non saranno men belli, quando il bruciore sarà calmato. Ah! potessi dire altrettanto di me! Gli Dei mi hanno messo nel cuore un amore per farne il mio carnefice....
      - Cessa, o Ponzio, disse Ida, vedo che tu sei infelice, e che sei determinato. Oh! come vorrei vedere tua moglie, e dirle quanto tu sei buono, e supplicarla a ginocchio di amarti.
      - Ida, Ida, sclamò Pilato abbracciandola in un accesso di delirio, perchè non posso io dirti: t'amo! tu sei la più nobile di tutte le creature!
      Poi sciogliendosi ad un tratto da quella stretta, si precipitò fuori della stanza gridando:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Dio Ponzio Ida Ida Pilato