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      La sinagoga era zeppa. Una folla immensa vi aveva fatto irruzione, uomini, donne, fanciulli, vecchi, ciechi e zoppi, senza eccezione, perfino i sordi. Queglino che non trovavano più posto dentro, passavano la testa dalle finestre, o s'accalcavano alle porte. Un Giudeo si sarebbe creduto disonorato, se non avesse in questo giorno lanciato la sua maledizioncella postuma ad Aman, e data la sua avvinazzata benedizione a Mordecai.
      Il paraschà del giorno conteneva la storia che dette origine alla festa. Il sheliach andò al suo posto, e principiò il seguente racconto:
      «Allorchè Artaserse Longimano succedette a suo padre Serse, diede una gran festa al suo popolo, sotto delle tende di porpora sostenute da colonne d'argento ed oro. A mezzo il banchetto, riscaldato un tantinello dal vino, il re giurò che non c'era in tutto il regno una donna più bella della regina Vastiti. Un principe tributario del suo regno dimostrò una tal quale incredulità. Il re andò in collera, s'ostinò nella sua idea, e volendo provare al popolo che aveva detto il vero, imaginò di far comparire la regina ignuda dinanzi ai suoi convitati. Vastiti fu chiamata. Avendone appreso il perchè, rifiutò di obbedire. Artaserse la fece chiamare di nuovo, poi di nuovo ancora: in tutto sette volte. La regina rifiutò sempre. Il re si credette offeso da questa disobbedienza. Uno dei grandi della corte, Memunean, dichiarò al re che occorreva un esempio, senza che, incoraggiate dall'impunità della regina, nessuna donna persiana avrebbe più obbedito al suo marito.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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