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      I nostri Ebrei si contentavano di bere: i poveri, i nostri buoni vini della Siria; i ricchi, i vini della Grecia o di Roma, il cecubo, il falerno, il metimnese, con o senza aromi, e di berne fino al punto, sempre maledicendo, di non più sapere se maledicessero Aman o Mordecai.
      Alcuni anni avanti, due pii anziani, Rabba e Zira, avevano bevuto insieme, e si erano altercati, cadendo sotto il tavolo, in tal guisa che Rabba aveva ucciso Zira. All'indomani, quando il vino fu digerito, Rabba, disperato d'aver ucciso il suo amico, pregò Iddio di risuscitarlo, e Dio l'aveva compiacentemente esaudito. L'anno dopo, Rabba propose a Zira di bere ancora insieme; ma Zira rifiutò, pel ridicolo pretesto che Dio potrebbe non voler incomodarsi ogni anno a fare un miracolo.
      Mentre l'orgia s'impadroniva della città, all'ora nona, i miei amici ed io, ci preparavamo ad andare a Berachah. Avevo invitato a dividere la nostra festa e ad essere testimonii della mia gioja, Hannah che era stato il mio ambasciatore, i suoi figli, Gamaliel, il suo vecchio padre Simeone, direttore del grande collegio, Justus, che si divertiva attendendo l'ora della partenza, Lazzaro, alcuni altri amici, ed il Rabbì di Nazareth, cui io era andato a snidare dal Tempio ove fin dal mattino predicava ed insegnava.
      Traversammo la città, nel momento in cui la gioja era nel suo più grande fermento. In ogni via, degli ubbriachi; in ogni piazza, della musica e dei danzatori; in ogni luogo pubblico, la debolezza; le case pavesate di fiori o di rami d'albero; ad ogni finestra degli spettatori; sopra ogni tetto, delle bandiere, dei preparativi per l'illuminazione della sera.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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