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      Prima di Erode, questo consiglio aveva un potere regio, temporale e spirituale, essendo nell'istesso tempo corte d'appello e corte giurisdizionale, civile e criminale, potendo nominare e deporre i re, nominare i consigli provinciali, decidere delle questioni di pace e di guerra, giudicare le tribù, il gran sacerdote, i falsi profeti, metter in movimento gli eserciti. In breve, questo consiglio aveva diritto assoluto sulle fortune, la vita, la morte, la coscienza dei cittadini, eleggeva i suoi membri, pubblicava sentenze di morte, interpretava la legge ed i libri sacri: Dio ed il sanhedrin non facevano che una cosa sola103. Erode condannò a morte tutti i membri di questo corpo - due eccettuati, Hillel e Shammai - e diminuì di molto i poteri del sanhedrin cui riunì intorno a questi due illustri membri. Pilato diminuì ancora i poteri che Erode aveva loro lasciati; ma ciò nondimeno, quelli che loro restavano erano ancora considerevoli. Il governo romano però, si riserbava la legalizzazione dei decreti del sanhedrin avanti la loro esecuzione, eccettuati quelli che riguardavano l'educazione, la liturgia, la fede ed il culto. Dopo gli errori di Gratus, Pilato aveva compreso che questo corpo poteva essere un eccellente alleato, o un nemico terribile.
      Il sanhedrin era scelto fra i preti, i leviti e la classe laica degli Ebrei. L'elemento sacerdotale vi dominava. Il gran sacerdote lo presiedeva, o in sua vece, il rettore del gran Collegio, assistito da due segretarii.
      Un atto d'accusa contro il Rabbì di Nazareth essendo stato portato il giorno prima, Caifas aveva radunato il sanhedrin, che sedeva in semicerchio intorno a lui.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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