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      Dopo che l'atto fu letto, siccome occorreva l'unanimità dei membri presenti del consiglio per pronunziare la colpabilità e poi la pena, Caifas domandò se c'era nessuno che volesse presentare delle osservazioni. Nicodemus, un sacerdote della famiglia di Hillel, si alzò e disse:
      - Padri della camera del giudizio, la nostra legge ci comanda di non condannare alcuno prima di averlo udito. Ora, ci vien fatta un'accusa contro questo Rabbì, ma le prove mancano. Possiamo noi procedere sopra questo quaderno d'imputazioni soltanto? Possiamo inviare dinanzi al giudice romano una sentenza senza base?
      Gli altri membri del sanhedrin, preparati a lanciare un mandato d'arresto contro il Rabbì, tennero conto di questa osservazione, e l'assemblea era per isciogliersi, quando un gran numero di Scribi, leviti, e Farisei irruppero nella sala del consiglio gridando: allo scandalo, alla bestemmia! Raccontarono allora aver udito il Rabbì proclamarsi figlio di Dio, e che egli era lì ancora, sotto il portico di Salomone, per ripeterlo a chi volesse interrogarlo. Questa volta le testimonianze erano concludenti, irrefragabili. Il mandato di arrestare il Rabbì fu spedito all'istante. Gli ufficiali del Tempio ricevettero l'ordine di eseguirlo.
      Gesù predicava ancora ed insisteva, colla sua ordinaria tenacità, sopra la sua asserzione.
      - Voi dite che io bestemmio perchè ho annunziato che io sono il figlio di Dio? Se io non fo le opere di mio Padre, non mi credete. Ma se le fo, se non volete credere in me, credete in esse; giacchè allora voi potrete conoscere e convincervi che mio Padre è in me, ed io sono in lui104.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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