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      Il Rabbì si avvicinò ancora alla sua fronte e chinandosi su di lei, la guardò con maggiore intensità ancora. Claudia chiuse gli occhi. Dopo un istante, il Rabbì si allontanò. Claudia si rialzò. Questa scena non durò che alcuni minuti.
      - Che ho io dunque? disse Claudia, allungando le braccia, - sono affranta, ho creduto di morire.
      - L'aria di questa stanza è troppo calda, osservò il Rabbì aprendo la finestra; la tua emozione ti ha dominata.
      - Che ti diceva io or ora?... Ah! M'è stato parlato della tua potenza. Ti credono un Messia, e tu ti spacci per figlio di Dio.
      - Tu non mi credi?
      - Figlio di Dio? perché108 no. Enea lo era, Alessandro, Cesare lo erano; non so quanti altri re, conquistatori, e maghi lo sono stati. Siilo tu pure. L'opera che vuoi compire lo esige. Ti è egli stato detto, che io vi do' aiuto?
      - L'opera alla quale io lavoro, o Claudia, mi è stata ordinata da mio Padre.
      - Io non mi occupo di colui che ordina, ma di colui che deve obbedire. Tu vieni per rovesciare Roma. In nome di chi vieni tu a tentare un'impresa nella quale Alessandro e Cesare soccomberebbero? Quali sono le tue forze? Con chi e con che vuoi tu surrogarle?
      - Claudia, ti hanno male informata sul mio conto. Il mio regno non è di questo mondo. Io non vengo a rovesciar Roma. Io vengo a dare al mondo ed a Roma stessa ciò che alcuni Romani gli rifiutano: l'eguaglianza dinanzi Dio109. Alessandro, Cesare, Augusto, Tiberio fallirebbero in questa impresa, perchè vorrebbero imporla, mentre occorre indicarla, e lasciarla compiersi da sè sola.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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