Pagina (394/551)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La mia forza, è la verità; è questo popolo, di cui si è fatto finora una cosa, e di cui io desidero fare un uomo. Io pongo Dio al posto di Roma.
      - Se questo è tutto ciò che tu proponi, puoi ritornartene in Galilea: Pilato non ha d'uopo di chiamare nuove legioni. Rabbì, sai che sei qui con una complice?
      - Io non conosco complici; conosco dei messaggieri della mia parola, dei credenti nella mia missione.
      - Rabbì, tu parli già da padrone. Ciò non basta. Che hai tu fatto, che puoi tu fare? M'è stato detto che hai guarito degli ammalati, e dato del pane a degli affamati. Rabbì, per sollevare il popolo ebreo come una marea spaventevole, e sommergere questo pugno di Romani che lo schiacciano, Esculapio stesso sarebbe impossente. Occorre un Gracco, un Cesare, un Mario, un Silla, od un Dio: perfino un Catilina.
      - Donna, non affrettarti a giudicare l'operaio prima di veder l'opera. Tu non hai la fede.
      - La fede si prova, Rabbì: giacchè io non conosco nulla di così incredulo, che la credulità. Manifesta il tuo potere, ed allora....
      - Allora il figlio di Dio sarà disceso al livello di Simone, il mago di Sichem. Gli è per domandarmi dei miracoli, come la plebe, che m'hai chiamato?
      - Non hai detto tu stesso che io era ammalata? Ebbene, tutte le azioni della mia vita non tendono che ad uno scopo. Se io ti domando dei miracoli, è che non ti considero come un mio schiavo, il filosofo Filottete.
      - Claudia, tu hai d'uopo di una spiegazione e non d'un miracolo. Tu nascondi un segreto nel fondo della tua anima.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Dio Roma Galilea Pilato Romani Esculapio Gracco Cesare Mario Silla Dio Catilina Rabbì Dio Simone Sichem Filottete