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      Ella li scorgeva appena, lontano, lontano, ma il suo cuore li indovinava. Il mio li sentiva avvicinarsi; perocchè galoppava a soprassalti, come un cavallo vizioso. La notte era scesa, quando Ida entrò nella corte. Noah la seguiva, Febea la precedeva con una lanterna, Thorix chiudeva la porta.
      Ida mi passò vicino. La luce della lanterna mi rischiarava pienamente. Mi guardò, impallidì anzi, e tremò, ma non volle vedermi. Restai inchiodato al mio posto. Non un suono si potè articolare nella mia gola. La seguii degli occhi, la vidi sparire nella casa, e restai nelle tenebre. Credetti di sognare. Io mi chiedeva se era una visione che traversava il mio spirito. Potei restare così durante un quarto d'ora. Finalmente, sentii una mano di donna che mi guidava sotto il portico. Era Noah. Nel vestibolo c'era una luce, e vidi nel fondo Ida traversare per passare nella sua stanza da letto.
      - Giuda, mi disse Noah, devi comprendere che ti è impossibile riveder Ida. Ognuno dei tuoi passi è ormai per lei un oltraggio. Nulla tu puoi dire ch'ella possa udire; e niente ella può dirti che non sia umiliante per lei.
      - È vero ciò che tu dici, osservai io. Ed è singolare che io non l'abbia pensato.
      - Ritirati dunque, Giuda, e cessa di pensare ad Ida.
      - Eppure, le dissi, io veniva ad annunziarle che ad onta di tutto, io la prendo per isposa.
      - Giuda! sclamò Noah, possa tu dir il vero! Ma se ciò è veramente reale, attendi, per apprenderlo ad Ida, di esser ben rimesso dell'uragano d'ieri sera.... Che festa ieri sera! una fidanzata, degli invitati, dei regali degni d'una regina!


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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