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      L'una era la bellezza che vi strappa i baci dal fondo della vita; l'altra era la bellezza che v'inizia in una vita nuova piena di inebbriamenti ignoti: l'amore dal cervello. Quando Claudia ebbe esaminato Ida con quella terribile curiosità, in cima alla quale sta una questione di vita o di morte, ella le chiese con voce lenta e sorda:
      - Confessa ciò che hai fatto per farti amare da Pilato.
      Non so che risposta attendeva questa Romana, che era stata mischiata a tutte le opere tenebrose delle saghe, delle maghe, dei bertoni, delle cortigiane, che mettevano l'amore nella potenza infernale dei filtri e dei veleni. Ida che non conosceva punto di quelle infamie, rispose ingenuamente:
      - Ho amato; ma non sono stata amata.
      - Come! non sei stata amata? sclamò Claudia.
      - Ahimè! no. Io non sono stata per lui che il cuore ove veniva a riposarsi dei suoi cordogli, e non il cuore a cui veniva a cercare la consolazione e la gioia.
      Claudia lasciò sfuggirsi dal petto un sospiro che risuonò in tutta la sala. La tigre era disarmata e rientrava gli artigli.
      - Non menti, fanciulla?
      - Oh! vorrei ben mentire! replicò Ida. Se mentissi, tu non saresti là, ed io non morirei di dolore.
      Claudia sedette, e attirando Ida presso di sè, continuò:
      - Dimmi chi sei. Raccontami come l'hai conosciuto, e ciò che è avvenuto fra voi. Dimmi perchè ti ha lasciata: dimmi tutto, tutto, i più minuti ragguagli, le più semplici parole, tutto ciò che ti concerne, tutto ciò che lo riguarda.
      - Ho poche cose a dirti, rispose Ida. Nol so, ma quando si ama, la vita è così variata, così tempestosa e così semplice nel tempo stesso.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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