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      Ma egli lavorava molto e guadagnava poco. E la famiglia era numerosa, perchè mia madre, molto bella, gli aveva dato parecchi figliuoli. Egli sperava di esser aiutato dal suo primogenito, cui inviò a Seforis onde imparare il mestiere, di cui egli non faceva che la parte più grossolana. Fu ingannato nella sua aspettativa. Gesù non amò l'arte sua. Restava delle ore intiere sotto gli alberi, dinanzi il suo banco alla porta della casa nel nostro giardinetto, le braccia incrociate, gli occhi rivolti al cielo; e quando il padre rientrava la sera non trovava nè tavole piallate, nè casse o panche costrutte. Allora accadevano delle scene fra i miei fratelli che lavoravano molto, e mio padre che non sapeva rimproverare Gesù, e mia madre che voleva framettersi. La conclusione di quelle risse era che all'indomani Gesù spariva dalla casa, e restava assente delle settimane, dei mesi, un anno intiero. L'ultima volta, otto anni fa, non si vide per tre anni.
      - Ma dove andava egli? domandai io.
      - Chi lo sa? Dappertutto, poichè ho inteso dire da mia madre che era stato in Babilonia, a Roma, in Grecia, nelle Indie, a Menfi, in ogni sito. Ma quando ritornava non portava che alcuni rotoli di carta, i quali sparivano essi pure dalla casa all'indomani. Questi viaggi, la frequentazione continua dei partigiani di Giuda di Gamala, il messia galileo, lo allontanarono sempre più dal suo mestiere di carpentiere, aumentarono la discordia nella famiglia, quando egli era a Nazareth. Però Gesù, sia solo, sia con mio padre, correva coi suoi utensili per le valli di Zebulon, Issachar e Neftali, per cercarvi lavoro; mentre io conduceva sulla collina a pascere le capre e le pecore, e che mia madre, alzandosi col sole, andava a comperare i legumi ed i frutti al mercato, preparava i nostri alimenti - una zuppa di lenti, o un pezzo di carne - filava, o tesseva per vestirci, cantava il suo salmo all'ora nona, veniva alla fontana colle altre donne del villaggio, coll'urna sulla spalla, e ritornava per ispazzare la piccola corte, stender per terra i nostri materassi, e attenderci per cenare.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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