Pagina (429/551)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      All'indomani, benchè giorno di sabbato, Gionata figlio di Hannah ascese a Bethania per ricordare a Gesù l'impegno preso di incontrarsi coi delegati dei partiti.
      Lazzaro, avendo ancora d'uopo di riposo, Gesù aveva accettato a desinare da Simone il lebbroso, invitandovi i suoi discepoli. Questi, sempre poltroni, non avrebbero voluto lasciar partire il Rabbì dalla Perea, dicendogli: Essi ti lapideranno. Ma uno di loro, ed io stesso, avendoli fatti vergognare di tanta vigliaccheria, essi avevano accompagnato il maestro, anticipando così di una settimana il loro arrivo per la festa. Seguirono dunque il Rabbì dal lebbroso.
      Questa audacia lambiva la demenza nella sfida che il Nazareno portava ai Farisei
      La lebbra era appo gli Ebrei ed in tutta la Siria una malattia orribile, prodotta sovente da vizii infami. E considerata quindi come un castigo di Dio. Essa era però più frequentemente occasionata dalla mancanza di cure, dal sucidume, e dalla stranezza di un clima ardente e secco. Si riteneva dunque un lebbroso come un uomo colpito dalla collera di Dio; ed i libri sacri e la legge orale erano stati relativamente indulgenti classificandoli come morti: morti dinanzi la legge, i diritti civili e le consolazioni del Tempio. Un lebbroso non poteva entrare nè in una sinagoga, nè da un amico, nè in un pubblico uffizio, in nessun sito insomma ove altri uomini si riunissero. Era obbligato di portar nudo il capo, i vestiti fatti in certa maniera particolare, e di color giallo come le prostitute, e di gridare, quando passava per le vie: «Fate attenzione, un impuro!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





Gionata Hannah Bethania Gesù Gesù Simone Rabbì Perea Rabbì Nazareno Farisei Ebrei Siria Dio Dio Tempio