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      » Come un cadavere, egli non poteva restare una sola notte dentro le mura di Gerusalemme. Lo si scacciava fuori dalle porte della città nell'Hinnon e Giosafatte, nella valle della Gehenna e dei cadaveri, riducendolo a disputare un buco ai cani ed alle bestie feroci. Ecco perchè il ricco Simone aveva la sua abitazione nel borgo di Bethania.
      Ora, un lebbroso non era soltanto una persona maledetta, ma la sua vista faceva orrore.
      Il Rabbì accettò da pranzo presso questo contaminato: prima, perchè egli non ne sentiva per nulla la ripugnanza, poi perchè sfidava la legge di Mosè, e non ne divideva le viste sul capitolo delle impurità. I discepoli accompagnarono il loro maestro, perchè e' non avevano volontà propria, perchè avevano l'abitudine di sedersi a qualunque tavola che lor offrisse da mangiare ad ufo, e perchè il pranzo di quel ricco disgraziato prometteva d'esser sontuoso: buona fortuna che loro accadeva raramente.
      Il Rabbì, per conto suo, non sapeva mai ciò che mangiasse. Per lui una radice d'erba ed uno storione avevano il medesimo valore. Ma i suoi discepoli gustavano il lauto vivere, sopra tutti il piccolo Giovanni, che era addimandato il figlio della folgore, e che avrebbe dovuto esser chiamato il figlio della pentola. Il Rabbì ignorava il valore del danaro e la distinzione della proprietà. Non era avaro di ciò che possedeva, ma non faceva complimenti neppure per imporsi altrui con un'ospitalità sovente incomoda e costosa. Ci trascinò quindi con lui alla tavola di Simone.
      Quando vidi quest'uomo, indietreggiai spaventato.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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