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      Credetti trovarmi con un leone reso deforme. Il suo viso era lucido come uno specchio. Il suo alito infettava l'atmosfera. Il corpo coperto da tubercoli scagliosi e grossi screpolava ad intagli come la pelle di un elefante. La grossezza delle vene rendeva la pelle116 callosa. Nessun pelo sul viso. I rari capelli che sbucciavano sul suo capo erano divenuti bianchi. La pelle del capo si divideva essa pure in tagli molteplici e irrigiditi. La faccia era coperta da escrescenze dure, appuntite, bianche alla cima, verdastre alla base. Quando respirava mostrava una lingua irta di tubercoli come grani d'orzo. Delle volatiche coprivano le dita, i ginocchi, ed il mento. Le pomette delle guancie rosse e gonfie; gli occhi di un colore di rame, oscurati, velati sotto le profonde rughe cagionate dalle sopracciglia contratte; le labbra tumide; il naso carico di sarcosi nerastre; i denti neri, le orecchie floscie, allungate come quelle dell'elefante; in tutto il corpo, delle ulcere che davano un umore nero e fetido, le nuove rodendo le vecchie... tale era Simone.
      Quando vidi quel mostro spaventevole, protestai di non aver fame, d'esser ammalato, d'aver bisogno d'aria, e restai nel giardino. Io vi passeggiava quando entrarono, uno dopo l'altra, Maria di Magdala e Gionata.
      Maria non potendo più a lungo tollerare l'assenza prolungata del Rabbì, aveva preso una singolare risoluzione, seguendo del resto il precetto di costui.
      Aveva venduto la sua piccola casa di Magdala. Del prezzo che ne aveva ricevuto, aveva comperato da un profumiere di Tiberiade una fialetta di essenza di nardo, e precedendo la compagnia dei Galilei, si recava al paschah.


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Memorie di Giuda
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1883 pagine 551

   





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